Si, siamo nel ventunesimo secolo. Gli anni della tecnologia, o meglio della tecnocrazia. Tecnopatia, tecnofobia, tecnotropia, tecnocittologia….
Come disse il caro Bellow “in un’epoca di pazzia, credersi immuni dalla pazzia è una forma di pazzia”. Quanto amo i giochi di parole, questi capricci di lingua che mi rimbalzano nel pensiero tutto il giorno. La poesia è da secoli,o meglio millenni, un grande diletto dell’uomo. Da quando qualche brav’uomo (o brava donna) ha inventato le lettere, esse sono diventate il passatempo preferito di tutti. Oh beh, quasi tutti. Se tutti fossimo poeti, la poesia diventerebbe improvvisamente più noiosa.
Come ho scoperto la poesia? la bimba curiosa che ero si è inoltrata negli scaffali sbagliati, un pomeriggio in biblioteca, ed è incappata nel reparto di poesia.
La curiosità uccise il gatto, ma la soddisfazione lo riportò in vita.
Ovviamente sapevo cos’era una poesia, eppure non avevo idea che questa simpatica amica potesse assumere tante forme. Rimata, non rimata, accentata, acconciata, agghindata, arzigogolata. Mi piace tanto giocare con le parole.
Comunque, come dicevo, ha tante forme. Può diventare ermetica, accorciarsi sino a diventare di poche parole. Il gioco diventa difficile, ogni parola diventa una chiave, puoi carpirla in centomila modi diversi. Sole diventa felicità, ma anche vita, famiglia, giocattoli, una passeggiata sulla spiaggia..e sta a me che leggo scegliere cosa capire. quanto potere!
Potere..in sè è una poesia, questa parola. Potere posso, potere ho il permesso di farlo, potere ho l’energia per farlo, potere ho il diritto di farlo.
Non sei andato via? bene, vuol dire che a te posso svelarlo il mio segreto, puoi entrare dentro il mio piccolo mondo.
C’è un angolo segreto del mio cuore
nascosto fra tutte le mie Idee
si chiama biblioteca,ogni scomparto
cela un mio diverso tesoro magico.
Se apri la libreria del Carso
sentirai le grida strazianti di guerra
e da queste la melodia di sconforto
del dolce e austero amico mio
Se sfilerai tra i volumi più travagliati
l’impeto di una vita che non basta
la magia che genera la battaglia
la potenza delle parole dell’amico mio
Se ti soffermi sulla tavola familiare
conoscerai le allegrie del fanciullino
sullo scaffale ti sorriderà triste
il triste e constrastante amico mio
Non divagare troppo,ti perderai
nei meandri dei mille artisti miei
rischi di non ritornare mai
una volta conosciuti i miei eroi
Ognuno di loro ha lasciato impresso in me
cento lacrime e bellissimi sospiri
mi hanno fatto viaggiare con l’inchiostro
mi scuserete, se li chiamo amici miei
la poesia è per me un’unione. un’unione tra la parola e il sentimento, tra il piano logico e quello ontologio. la poesia per me è l’arte di usare i suoni che tutti usano per fare qualcosa che nessuno fa. mi piace che la parola sole sia allo stesso tempo la stella al centro del nostro sistema cosmico e la vita del ciliegio in fiore, sul ciglio della strada di casa. mi piace fermarmi a riflettere su una parola, pensare al rumore che fa e descriverlo con sensazioni.
per me non c’è nulla di più bello, di più intimo di una poesia.
per questo sto scrivendo ora questo breve articolo : ho paura per la poesia
ho paura che sempre meno gente scopra la dolcezza di quel bacio rubato che è la poesia, il conforto di parole solcate dai passi che tante persone, negli anni, le hanno lette e vissute, la bellezza di una rima.
quindi tu che leggi, tu che hai letto la mia poesia, tu che ancora ai miei eroi ci credi, scrivi. scrivi i tuoi sentimenti sulla carta, leggi quelli degli altri, scambia questa magia con le persone della tua vita.
non poggiare la tua penna, dentro ha tante cose da scrivere
Flame
Un articolo degno della sua autrice. Splendido, meraviglioso, mozzafiato. Che dire? Sarà mica mia sorella ad averlo scritto?? 😛
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