Ed eccoci giunti alla terza “puntata” parliamo del cavallo in un’altra veste:
Ormai da anni l’ippoterapia, oppure equitazione a scopo terapeutico, ha i suoi notevoli vantaggi nella riabilitazione in quanto il cavallo da sempre è considerato un animale sensibile, con un’intelligenza fuori dal normale e quindi medicina per chiunque ha subito un trauma.
L’ ippoterapia ha avuto la sua prima fonte di vita nell’era di Ippocrate (460-360 A.c.), che consigliava a coloro che soffrivano di insonnia o addirittura di ansia, lunghe passeggiate a cavallo così da “scaricare” lo stress ed avere sempre accanto un buon amico, leale e sincero.
Dopo la fine della prima guerra mondiale, il cavallo viene finalmente preso in considerazione per la riabilitazione nei paesi esteri e poi anche in Italia. La terapia del cavallo, o meglio conosciuta come ippoterapia, è stata introdotta perla prima volta in Italia nell’anno 1975 dalla dottoressa belga Danièle Citterio fondatrice ed ideatrice del centro ANIRE, associazione nazionale italiana per la riabilitazione equestre dove insegna che tra uomo e cavallo si instaura un rapporto euro-motorio ma soprattutto psicologico.
Sono numerose le società che si occupano di questo settore come ad esempio equitabile, dove il fondatore sig. Roberto Lambruschi propone attività equestri del terzo settore come equitazione integrata e mediazione equestre.
Perché l’ippoterapia funziona così bene?
I motivi sono numerosi e ne elenchiamo alcuni:
• L’andatura del cavallo è simile a quella umana, riesce ad affinarsi al corpo umano senza danneggiare nulla;
• Il cavallo è un animale sociale e si integra bene con gli umani, è sensibile, intelligente e riesce a comprendere il nostro linguaggio;
• Andare a cavallo si mettono in moto muscoli che anche solo facendo una passeggiata, non è possibile muovere;
• L’ambiente in cui vive il cavallo offre numerosi rumori e odori adatti alla riabilitazione;
• Il contatto con un animale così grande aiuta a prendere coscienza di se stessi e quindi maturare una consapevolezza e sicurezza che prima era nascosta;
• Il cavallo possiede quasi tutte le qualità che stimolano un umano: calore, morbidezza, occhi grandi e sguardo intenso.
Ippoterapia per portatori di handicap: Le varie fasi dell’ippoterapia
Durante un congresso avuto ad Amburgo nel 1982 in merito alla riabilitazione, avendo molta cura e sensibilità del cavallo come animale per curare dei traumi, sono stati introdotti 3 diversi approcci a questa nuova realtà:
Ippoterapia propriamente detta: consiste nel primo approccio con cavallo a terra, tramite sempre un istruttore e dopo cavalcando l’animale. Questa parte di terapia è consigliata alle categorie disagiate, persone che non hanno le capacità di poter cavalcare un cavallo liberamente;
Rieducazione equestre: il cavallo è il “portatore” della terapia, colui che deve raggiungere degli obbiettivi prefissati con il paziente, tutto ciò ovviamente sempre sotto stretta sorveglianza di uno specialista;
Equitazione sportiva per disabili: in questo caso il soggetto è completamente autonomo e raggiunge i suoi obiettivi con una normale attività consigliata prima del percorso di riabilitazione.